venerdì 29 ottobre 2010

La discesa dal Monte Carmelo

 Oratorium construatur


Il Carmelo è - biblicamente e spiritualmente - un luogo, una immagine, un simbolo di una vita di 'comunione' con Dio, di una vita divino-umana, che la possiamo esprimere anche in altri modi concettuali - 'coabitazione', 'convivenza', 'compresenza', 'compartecipazione' -, manifestando una vera, reale, viva, matura, piena, abbondante, totale, integrale e perfetta 'unità' tra Dio e l'uomo. Il Carmelo è "monte", "giardino", "vigna"; è una terra sollevata e trasfigurata, è una varietà o pluralità unificata e semplificata, è un luogo bello, una terra in fiore, un'essere nella gloria, è una vite feconda, una vita che abbonda, una realtà che si dona, una unità che si moltiplica e si condivide, un cuore che ama, uno spirito libero ed infinito; il Carmelo è una Donna e Madre di Dio, una Umanità portatrice e generatrice di vita divina.

La vita carmelitana - la vita spirituale o l'umanità divina - è espressa nella sua massima potenzialità, intensità, profondità, totalità, pienezza e onnipotenza nello Spirito di Cristo. Il Signore Gesù, infatti, è - nella "pienezza dei tempi" - "il Dio-Uomo" o "l'Uomo-Dio". Così, "la cima del Monte Carmelo" - ossia, ciò che la tradizione carmelitana indica come 'ideale', 'scopo', 'maturità' e 'perfezione' della vita umana o, semplicemente, della vita spirituale - è necessariamente "Cristo Signore": il Figlio dell'Uomo ed il Figlio di Dio. La scuola di spiritualità carmelitana ha sempre insegnato, dunque, unicamente ed essenzialmente, la via - nella fede - di unione mistica con Cristo, come la sola Via - di Verità e di Vita - per l'uomo aspirante allo Spirito di Dio.

La realizzazione integrale dell'uomo, la pienezza nell'umanità, lo sviluppo totale dell'uomo interiore, la crescita fino alla maturità dell'uomo spirituale, l'umanità glorificata e divinizzata, si raggiunge dunque percorrendo solamente questa "Via della Fede" - ovvero, nella risposta umana, di ascolto e di adesione, di disponibilità libera e di impegno di amore, alla "Parola di Verità" rivelata e manifestata a noi, comunicata e donata, per rigenerarci e divinizzarci, dallo stesso "Spirito di Vita" del Dio uno e vero, il Dio che è - come ci insegna Gesù - "Padre nostro". La Parola di Dio - vale a dire, il Figlio di Dio con il suo Santo Spirito - si attua però nell'uomo, ispirando-vivificando-diventando la vera Parola dell'Uomo - l'Uomo della Parola di Dio o l'Uomo Spirituale del Figlio di Dio - non senza l'apertura-ascolto-e-accoglienza e nemmeno senza la risposta libera-responsabile-e-impegnata dell'uomo stesso, mediante cioè - come dire - la sua "Obbedienza di Fede".  L'uomo creato viene dunque (ri)generato da Dio - attraverso la sua stessa libertà di fede e la sua risposta di amore alla "Parola di Amore" vissuta-compiuta-e-donata da Cristo - per essere e vivere da Dio, diventando - in altre parole - Uomo di Dio. Sulla Via della nostra trasformazione e divinizzazione, tracciata da Cristo nel dono dello Spirito, l'uomo della Fede respira già nella Speranza la pienezza dell'Amore di Dio.

L'ascesa del Monte Carmelo - come insegna la Regola Carmelitana - augurandoci "la salvezza nel Signore"e "la benedizione dello Spirito Santo" - è vivere in obsequio Jesu Christi quella Parola della nostra Fede che ci fa respirare e trasformare, crescendo nella generosità e nell'abbondanza della nostra Speranza, nello Spirito dell'Amore di Dio, è vivere cioè in Dio e con Dio, un "dimorare presso la Fonte" della Vita di Dio. Mistici carmelitani - ispirandosi alla nostra vitae formulam - hanno descritto con chiarezza questa via di ascesa del Monte Carmelo verso la vita spirituale e divina dell'uomo, spesso però le immagini da loro utilizzate per aiutare l'uomo nel suo cammino di trasformazione e divinizzazione, sono state interpretate - da principianti aspiranti alla vita di Dio - in un senso improprio, che non evitava il rischio di imboccare la strada di una spiritualità disincarnata e disumana - nell'oblio della verità fondamentale per noi, espressa da Dio stesso nel suo "Incarnationis Mysterium"-. Una "fuga mundi" che diventava conseguentemente anche disimpegno nella "sequela Christi" per la salvezza dell'uomo, alienando perciò l'uomo proprio da quella comunione dello Spirito di Dio che egli ricercava.

La "conquista del castello interiore" - die ac nocte meditantes - non è però in un senso unico, di sola interiorizzazione, ma pure di comunicazione e di donazione; non è solo un cammino verso il suo "centro" che è Cristo, in quanto, inversamente, - illuminati e amati da Lui - la nostra stessa vita di unione mistica e spirituale non potrebbe non irradiare consequentemente la luce e l'amore di Dio, permettendo così a Dio di manifestarsi anche attraverso di noi con tutta la sua "Passione di Amore" per l'uomo e per il suo mondo.  Dopo tale "esperienza cristiana" - essendo ora (ri)fondati e (ri)generati per crescere nello Spirito del Signore - il nostro "castello" non potrebbe più permanere "opaco", ma con le sue "pareti di cristallo" - tolte le tenebre dei nostri egoismi e delle nostre chiusure -, esso diventa interamente "trasparenza di Dio" e noi insieme portatori e generatori di Dio, comunicatori della sua luce e del suo amore. Allo stesso modo, anche la "salita del Monte Carmelo" non è in verità a senso unico; nell'unione a Cristo essa diventa , innevitabilmente, anche "discesa dal Monte Carmelo", perchè in Cristo - da Dio verso l'uomo, in un totale "dono e svuotamento di sé" - siamo chiamati a perseguire la via della kénosis e dell'amore, non vivendo più "per noi stessi", ma fuoriuscendo da noi stessi mediante il nostro "morire con Cristo" per "risorgere con Lui" nella vita nuova di ogni uomo, impegnati decisamente nell'opera spirituale, per "edificare", "animare", "fermentare" - in Cristo e con il suo Spirito - tutta l'Umanità, chiamata alla Fraternità Divina, a vivere - da "Contemplativi nel Mondo" - come Famiglia di Dio.

La via carmelitana rimane perciò una "Via Sancta", da percorrere "ogni giorno" con la "Passione di Cristo" - nel "Memoriale dell'Eucaristia"- per "santificare e vivificare" tutta l'umanità nella "Comunione dello Spirito Santo". La Regola Carmelitana ricorda con particolarità l'impegno - fino al "Giorno del Signore" - di costruire, vivificare ed edificare i nostri fratelli nell'umanità, affinchè tutti diventino una Comunità orante, contemplativa ed in comunione con Dio - in tal senso, Oratorium construatur -, un compito costante che deve tenere sempre in considerazione l'esempio della nostra Madre del Carmelo: la Beata Vergine Maria, mediante l'ascolto obbediente della Parola di Dio e con la disponibilità piena del ministero materno, concepisce dallo Spirito il Figlio di Dio, diventando così la Madre di Dio, ma conseguentemente continua a "seguire" fedelmente la Via Santa che il suo Figlio per primo ha percorso, diventando anche Madre della Nuova e Spirituale Umanità - vale a dire, la Madre di una Umanità Orante "in Spirito e Verità"- : la Madre dell'Uomo in comunione con Dio.

1 commento:

  1. Tantissimi auguri!!!
    Buon Natale e felice anno nuovo.

    Dio ti benedica sempre.

    Fra Rodolfo de Jesùs O.Carm

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