domenica 3 ottobre 2010

Riflettendo(si) sul mare

La vista panoramica sul mare dal monte Karm’El - il “giardino di Dio” -, intravvedendosi parte della costa e del centro abitato della città di Haifa - "la città bella" -, mi fa innevitabilmente pensare alla particolare vocazione e missione carmelitana nella storia e nel mondo. Contemplativi di un Dio che è Comunione e Amore, i Carmelitani - uomini plasmati e trasformati dalla presenza divina - sono invitati a orientare continuamente il loro sguardo sul mare dell'Umanità, seguendo fedelmente la via della kénosis che Dio ha compiuto in Gesù Cristo, "svuotandosi" cioè dalla vita e dall'amore divino per comunicarlo all'umanità immersa ancora nel mare di una vita precaria, tenebrosa e mortale, minacciata senza sosta dai flutti del male, dell'odio, dell'ingiustizia, della violenza, della divisione e della solitudine. Riflettere da contemplativi sull'uomo e sulla sua vita terrena significa pensare vie e strategie per una proposta di trascendenza; significa compiere concretamente interventi di riqualificazione umana, affinchè l'uomo nella sua libertà - liberata da tutto ciò che è disumano e minaccia la sua chiamata ad una vita vera, bella e felice - possa accogliere e vivere la parola di salvezza che Cristo ha manifestato e comunicato con la sua vita: solidarietà, perdono, riconciliazione, fraternità, comunione, amore. Riflettendo(si) sul mare dell'umanità è essere profeti nel nostro mondo e fratelli che condividono se stessi, nel servizio e nell'amore, perchè la vita di tutti e la città degli uomini sia più bella e in essa possa abitare insieme Dio e l'Umanità.

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